Arresto di circolo ed aritmie

Arresto di circolo ed aritmie con instabilità emodinamica
Dr. A. Di Pietro

UOC Rianimazione, PO Avezzano

Introduzione.

Per arresto di circolo si intende la perdita di una gittata cardiaca clinicamente individuabile.
Alla base di tale gravissima situazione vi può essere un’asistolia, ovvero l’assenza di qualsiasi attività elettrica cardiaca, un’attività elettrica senza polso, che fino a qualche anno fa veniva definita dissociazione elettro meccanica, o   un aritmia emodinamicamente instabile come lo può essere  una tachicardia ventricolare e una fibrillazione ventricolare. Da quanto detto  risulta di fondamentale importanza per tutto il personale sanitario (medici ed infermieri) saper immediatamente riconoscere e trattare  tutte quelle condizioni che possono sfociare in un arresto di circolo.(1)

Il tasso di mortalità per questa patologia varia tra 40 e 120 casi  ogni 100000 (2); la sopravvivenza varia di 12 volte tra i diversi sottogruppi individuati in base all’età, al tipo di arresto cardiaco, al luogo dove si è verificato e ovviamente dal tempo intercorso tra l’evento scatenante ed un adeguato trattamento.
Le vittime di età inferiore a 65 anni che hanno avuto un arresto cardiaco per eventi acuti nelle vicinanze di un ospedale o in un reparto ospedaliero presentano tassi di rianimazione iniziali maggiore del 50% con sopravvivenza ad un anno maggiore del 30% (3). La prognosi dell’asistolia, invece, è in genere infausta, mentre la sopravvivenza dopo un’attività elettrica senza polso è inferiore al 5%.

Eziologia.

L’arresto di circolo può verificarsi in presenza di una cardiopatia primitiva oppure secondaria ad una patologia sistemica. Tra le cardiopatie primitive si annoverano: la cardiopatia ischemica (responsabile dell’80% dei casi di arresto di circolo), le cardiomiopatie e le cardiopatie congenite; tr a le cardiopatie secondarie si annoverano invece:  l’intossicazione da farmaci aritmogeni,  i vari tipi di shock,  le gravi alterazione degli scambi respiratori, dell’equilibrio elettrolitico ed acido-base, l’ipotermia e la folgorazione(1).

Fisiopatologia

Nei casi in cui l’arresto cardiaco è causato da un infarto miocardio, l’ischemia del tessuto cardiaco determina un’irritabilità ventricolare con conseguente tachicardia o fibrillazione ventricolare, che se non trattata sfocia in asistolia.

Meno frequentemente un’emorragia massiva, un’embolia polmonare o un tamponamento cardiaco
determinano un attività elettrica senza polso che si conclude con l’arresto di circolo(1).
Trattamento.

Un paziente in arresto di circolo necessita di un intervento immediato che è inevitabilmente legato alle circostanze nelle quali si è verificato l’arresto. In unità coronaria, ad esempio, o in Terapia intensiva  questo può significare una attivazione immediata di un supporto vitale avanzato (ALS), in altri casi invece come per strada o in un reparto di medicina generale va inizialmente praticato un supporto vitale di base (BLS) in attesa dell’arrivo di un medico esperto nel trattamento delle emergenze mediche.(4-5-6)

Il BLS o Supporto Vitale di Base (che ogni operatore sanitario dovrebbe saper praticare) prevede  l’esecuzione di una serie di operazioni in sequenza che hanno lo scopo di garantire una gittata cardiaca pari al 25% circa del normale, ritardando  la progressione di una Tachicardia o una Fibrillazione ventricolare verso l’arresto di circolo. Nella maggioranza dei casi il solo BLS non è in grado di ripristinare la circolazione spontanea, ma è sicuramente  uno strumento imprescindibile in attesa di un soccorso avanzato. Il protocollo  prevede 3 operazioni fondamentali che vanno sempre eseguite in sequenza, tali operazioni sono: verificare e garantire  la pervietà delle vie aeree;  praticare un’adeguata ventilazione artificiale bocca-bocca, bocca-naso o con  pallone di Ambu; praticare un massaggio cardiaco esterno efficace. Attualmente molti corsi  di BLS-D prevedono anche la Defibrillazione precoce, ovvero l’insegnamento di un corretto utilizzo dei moderni defibrillatori semiautomatici.

L’ ALS o Supporto Vitale Avanzato, invece,  si basa su una serie di manovre che prevedono l’impiego di farmaci salvavita   quali possono essere: l’adrenalina, l’atropina, gli antiaritmici,  nonché di una serie di tecniche e strumenti come ad es. l’intubazione tracheale, i defibrillatori, il contropulsatore aortico volti ad aiutare il supporto delle funzioni vitali del paziente ed a ripristinarne la circolazione spontanea.

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Bibliografia:

1) Lee RP, Morley P. Rianimazione cardiopolmonare nell’adulto. In: Bersten AD, Soni N. Manuale diterapia intensiva ed italiana; Elsevier Italia 2004: 149-56

2) Becere LB. The epidemiology of sudden death in cardiac arrest. In: Paradis NA, Halperin Hr  Novak RM (eds) Cardiac arrest. The Science ad Practice of Resuscitation. Baltimore: Williams and Wilkins; 1996: 28-47
3) Tunstall Pedoe H, Bailey L Chamberlain DA Survey of 3765 cardiopulmonary resuscitation in British hospitalsmethods and overall results. BMJ 1992; 304: 1347-51.

4) International Guidelines 2000 for CPR and ECC. A Consensus on Science. Circulation 2000 ; 102 (suppl) : 1-165

5) Weil MH, Tang W, Wolf Creek. Conference on cardiopulmonary resuscitation. Addressing the scientific basis of reanimation. Crit Care Med 2000; 28 (suppl):181-232

6)  International Guidelines 2000: The story and the science. Bailliere’s Clin Anaestesiol 2000; 14(3)