Anemia nel paziente critico

ANEMIA NEL PAZIENTE CRITICO
R. Fumagalli

Per quanto la letteratura abbia abbondantemente studiato l’effetto della riduzione del trasporto di ossigeno sul metabolismo cellulare, esistono ancora segnalazioni contrastanti su quali siano i target trasfusionali nel paziente critico. Infatti se in alcuni studi si evidenzia una maggior morbilità e mortalità nei gruppi sottoposti ad una strategia trasfusionale più generosa, altri evidenziano che nel paziente con sepsi severa una strategia trasfusionale che mantiene un ematocrito superiore a 30 associata ad una precoce e più aggressiva gestione emodinamica la mortalità è significativamente più bassa rispetto al gruppo controllo.

Si rende quindi opportuno prima di iniziare una correzione del livello di emoglobina considerare le caratteristiche specifiche dei gruppi patologici e utilizzare tutte le strategie idonee a ridurre la perdita ematica.

Le alterazioni dei parametri emocoagulativi sono di frequente riscontro in corso di infezioni gravi.

L’attivazione endoteliale che si riscontra nel corso di sepsi sembra essere  dovuta ad un aumento di espressione di tissue factor conseguenza della stimolazione delle cellule endoteliali stesse da parte delle citochine. Conseguenza di ciò è l’attivazione della cascata della coagulazione  che talvolta esita in fenomeni di microtrombosi tessutale ritenuta da molti la causa della disfunzione d’organo. La possibilità di ridurre il danno endoteliale e la conseguente patologia ischemica attraverso la somministrazione di fattori con effetto anticoagulante e antinfiammatorio apre oggi prospettive terapeutiche innovative nella terapia della sepsi.