a Nutrizione nella sepsi

La Nutrizione nella sepsi
Dott. Giuseppe Altamura
U.O. Anestesia e Rianimazione  –  Teramo

L’azione della Sepsi si svolge su due livelli, uno locale ed uno sistemico dovuto alla reazione ormonale che porta ad un complesso sovvertimento metabolico dell’intero organismo.

Se non si interviene rapidamente ed in modo accurato il paziente può arrivare in pochi giorni a perdite proteiche anche del 10-20%, le complicanze salgono in modo vertiginoso e il paziente grave diviene critico.

Le alterazioni metaboliche caratteristiche sono: aumento del consumo calorico, iperglicemia con resistenza all’Insulina, ipercatabolismo proteico, lipolisi.

La nutrizione artificiale è un supporto fondamentale per rallentare il decadimento organico dando così più tempo al medico per risolvere l’evento acuto.

La via di scelta nutrizionale è quella enterale, rappresentando essa stessa una difesa contro le infezioni, purtroppo spesso tale via è  spesso impraticabile o solo parzialmente praticabile per cui si rende necessaria una Nutrizione Parenterale Totale, in ogni caso è consigliabile anche un minimo apporto enterale (200-400 cal/di)  sufficiente a nutrire l’enterocita.

L’apporto calorico deve essere compreso tra le 25 e le 35 kcal/kg/die, mentre l’apporto dei substrati energetici Gluc./Lip. Varia tra 50:50 fino a 100:0 in base ai valori della trigliceridemia.

La glicemia  va mantenuta entro un range tra 120-150 mg/dl con apporti esogeni anche per infusione continua.

L’apporto di proteine in assenza di insufficienza epatica e/o renale oscilla tra 1,2 e 2 gr/kg/dì, anche se il catabolismo proteico è superiore, dare quantità superiori non sortisce effetti positivi.

Non è stata dimostrata efficacia nell’apporto di farmaco-nutrienti con la nutrizione entrale